
Il Natale è alle porte e a Rimini sono tante le azdore, le nonne, le mamme, gli appassionati che si preparano a tirare la sfoglia in vista delle festività. Che cosa stanno preparando? I cappelletti, la pasta fresca imbottita regina delle festività, da servire rigorosamente in brodo con un calice di buon vino.
Quando si parla di Natale e di menu natalizi tanti pensano ai tortellini. Quali sono le differenze tra le due ricette della nostra regione? Che cosa si mangia nel Riminese per Natale? Facciamo un po' di chiarezza seppur, è bene sottolineare, ogni famiglia ha una sua ricetta... e spesso ogni anno si discute a tavola su quale sia la migliore. Capita anche a voi?
Provenienza
Tortellini e cappelletti sono ricette originarie di due zone diverse dell'Emilia-Romagna, una regione ricca di gustose tradizioni culinarie. Il tortellino sembra sia nato a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, e la ricetta è stata depositata dalla Dotta confraternita del tortellino e dall'Accademia Italiana della Cucina alla Camera di Commercio di Bologna.
Il cappelletto è invece una tradizione tutto romagnola, diffuso nell'imolese e tra le provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, ma anche di Ferrara.
Da dove deriva il nome?
Tortellino prende il nome da turtlén (in bolognese) o turtlèin (in modenese) e potrebbe essere un diminutivo del “tortello”, una torta di origini medievali farcita, oppure di “torta” o “tortula”, un’antica pasta ripiena di forma circolare.
Più chiara e precisa è invece l'origine del nome cappelletto: caplèt in dialetto romagnolo significa cappello.
Forma di tortellini e cappelletti
Una grande differenza tra cappelletti e tortellini è l'aspetto. Come si fa allora a riconoscerli al primo sguardo? I tortellini ha una dimensione più piccola (dovrebbero essere grandi come l’unghia di un mignolo) e la loro forma, secondo la leggenda, si ispira all’ombelico di Venere.
I cappelletti, invece, riproducono le linee dei cappelli che si portavano nel Medioevo e, di solito, sono grandi come dei ravioli. Bisogna però dire che in alcune zone della Romagna sono però tondi. Ognuno ha davvero la sua tradizione.
Cosa cambia nel ripieno
Secondo la ricetta dei tortellini, registrata dalla Dotta Confraternita del Tortellino nel 1974, questa pasta deve essere farcita con lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, parmigiano, uova e noce moscata.
Come per l'aspetto, anche il ripieno dei cappelletti non segue una linea ufficiale ma varia a seconda della zona, ma soprattutto della ricetta familiare. C'è chi preferisce una semplice farcitura a base di ricotta o formaggio raviggiolo e c'è chi aggiunge anche carni bovine e suine. C'è poi chi vuole un pizzico di noce moscata, come nei tortellini, e chi mette nel ripieno la scorza grattugiata nel limone.
L'Accademia italiana della cucina ha poi depositato una ricetta propria di Imola con lombo di maiale, petto di cappone, mortadella di Bologna, parmigiano, tuori, noce moscata e olio extravergine.
Infine: la sfoglia
Ecco l'ultima differenza tra cappelletti e tortellini. Secondo quanto stabilito dalla Dotta Confraternita del Tortellino, la sfoglia della ricetta di Natale emiliana deve essere sottilissima a tal punto che, se si alza, deve essere possibile vedere in trasparenza il santuario di San Luca a Bologna.
Come forse avrete capito, a Rimini e in Romagna, non sono tanto attenti e precisi nella forma. Ciò che conta è la sostanza... sfoglia spessa o sottile, l'importante e mettersi a tavola con il brodo ancora caldo e brindare in famiglia al Natale.
Per la sfoglia dei cappelletti provate a usare la farina di Rimini biologica prodotta sulle colline da Tenuta Sant'Aquilina.