
Il Sangiovese è il vitigno italiano più diffuso in Italia, ma è perfetto interprete dell’anima romagnola… un po’ ruvida, ma anche sincera, schietta, sempre pronta ad accogliere e a far festa in buona compagnia. In Romagna un buon bicchiere di Sangiovese (Sanzve”s) non lo si nega a nessuno. Fin dall’antichità viene coltivato da Rimini a Imola ma è nell’ultimo decennio che si è lavorato con successo sulla qualità di questo straordinario vino.
E se allora lo stesso vitigno è alla base di etichette importanti e riconosciute a livello internazionale, come il Chianti e il Brunello di Montalcino, sempre più il Sangiovese di Romagna sta attirando l’attenzione, anche di appassionati e intenditori, che ne riconoscono l’alto livello e sentono il richiamo e il fascino delle dolci colline del territorio, delle spiagge e di una cucina appagante. Scopriamo allora ogni segreto di questo vino.
Sangiovese di Romagna Doc
Nel 1967 il vino romagnolo ha ottenuto la Doc, l’importante riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata. Questo significa che possiamo parlare di Romagna Sangiovese Doc solo se un vino è ottenuto da uve Sangiovese delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e 7 comuni della Provincia di Bologna, vinificate in purezza o con altri vitigni a bacca nera (fino a un massimo del 15%) la cui coltivazione è idonea nella regione Emilia-Romagna. Potete consultare il disciplinare completo qui
Ha colore rosso rubino, a volte con orli violacei e un sapore armonico, leggermente tannico, con retrogusto piacevolmente amarognolo.
Abbinamenti col Sangiovese
Il Sangiovese di Romagna è perfetto compagno della cucina della tradizione, a partire dalla pasta fresca, come le mitiche tagliatelle, condite al ragù. Provatelo anche con i cappelletti, i salumi, i formaggi stagionati o le carni rosse, come il famoso castrato romagnolo.
Poi, il Romagna Sangiovese Superiore, come Imprimis di Tasini&Taddei, con la sua complessità, è il perfetto alleato di una lasagna al forno, mentre la tipologia Riserva vi stupirà con il formaggio di fossa o secondi importanti, come il cinghiale.
Se amate la cucina sul nostro blog troverete tante ricette di Rimini e consigli di abbinamenti per le varie occasioni.
Tipologie e sottozone
Quando si acquista un Sangiovese di Romagna è bene sapere che ne esistono di vari tipi con diverse caratteristiche. Cinque tipologie per la precisione: Romagna Sangiovese novello, Romagna Sangiovese Doc e Romagna Sangiovese Doc riserva, Romagna Sangiovese superiore e Romagna Sangiovese superiore riserva. Una bella varietà, vero? E pensate che dalle uve di Sangiovese si possono ottenere anche altri tipi di vini, come il rosato frizzante Almanini FF100 o l'Almanini Rosè Extra Brut, entrambi di Tenuta Sant'Aquilina.
Esistono poi delle sottozone che possono avere, da disciplinare, una menzione geografica aggiuntiva. Per il Sangiovese di Romagna sono 12 e tra le più famose c'è "Bertinoro".
Il vino Sangiovese in Romagna può avere pure la denominazione "Colli di Rimini" Sangiovese Dop, anche nelle tipologie superiore e riserva, come nel caso del Dievli Sangiovese Superiore di Tenuta Sant'Aquilina.
Storia del Sangiovese in Romagna
È possibile che la storia di questo vino sia legato agli antichi riti dionisiaci. In tanti fanno derivare il nome "Sangiovese" al latino Sanguis Jovis, sangue di Giove. Altri invece ritengono che la storia di questo vino sia legata a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, e al convento che sorge ancora oggi sul suo monte Giove.
Il primo documento che ne riporta il nome è comunque un atto notarile del 1672, ritrovato nell’Archivio di Stato a Faenza. Con l'atto la proprietaria del podere Fontanella cedeva in affitto al parroco di Pagnano una vigna con tre filari di Sangiovese.
Altra data importante per il Sangiovese di Romagna è, come abbiamo accennato, il 1967 quando diventa il quindicesimo vino italiano a vantare la Doc.
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